La vela italiana continua a essere protagonista indiscussa in Oceano e in particolare nei Class 40, dove Alberto Riva con Acrobatica hanno appena fatto segnare il record di miglia percorse nelle 24 ore.
E’ successo alla Niji 40, Transatlantica di 3400 miglia dalla Francia ai Caraibi, in equipaggio, con lo skipper italiano che col suo Class 40 ha fatto segnare ben 433 miglia alla media di 18,06 nodi. Il record verrà presto omologato ufficialmente, e migliora quello di 430 miglia che portava la. Firma di un altro italiano, Alberto Bona su IBSA.
In equipaggio con Alberto Riva ci sono Benjamin Schwartz e Jean Marre, due oceanici francesi, ma la barca è il Musa 40 costruito dalla Sangiorgio Marine di Genova su progetto di Gianluca Guelfi e Fabio D’Angeli, lo stesso modello di Class 40 con cui Ambrogio Beccaria ha ottenuto il secondo posto alla Route du Rum 2023 e la vittoria alla Transat Jacques Vabre 2024.
Anche in questa Niji 40 il Musa sta andando fortissimo, con Riva che lotta per il primo posto e Influence 2, altro Musa, di Andrea Fornaro in top 5.
Il record di 433 miglia è stato ottenuto in condizioni meteo dure, con un fronte perturbato che ha investito Acrobatica alle andature portanti, ma con un mare impegnativo e ripido.
Le raffiche di vento iniziali del fronte sono arrivate a 45 nodi, con 5-6 metri di onda, e in quelle condizioni risultava difficile spingere sull’acceleratore col rischio di riportare danni seri alla barca.
Dopo qualche ora il vento si è assestato intorno ai 30 nodi e il mare, pur rimanendo enorme, ha iniziato ad allungarsi, consentendo a Riva e al suo equipaggio di aprire il gas del Musa 40 e spingere forte la barca per 24 ore, sopportando condizioni a bordo infernali.
I nuovi Class 40 sono capaci di tenere questi ritmi grazie alle loro carene piatte e alle prue rotonde che riducono le ingavonate, ma la vita a bordo a queste velocità è tutt’altro che semplice e i velisti, oltre a condurre la barca, devono preoccuparsi anche della loro integrità fisica nei forti impatti che le carene hanno sulle onde. Per questo motivo fare un record simile è un’impresa sportiva rilevante, e una conferma che la vela italiana in Oceano è ormai una realtà.
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