Dopo tre anni di studi e sperimentazione il Centro ha rilasciato sulle coste laziali un totale di 100.000 piccoli di astice. Gli animali sono nati in cattività, allevati e poi, raggiunta la taglia stabilita portati in mare dove un gruppo di sommozzatori li rilascia in profondità e in zone dove gli astici possono ritrovar eil loro habitat naturale.
Le zone di ripopolamento sono oltre che la costa davanti aTarquinia, anche Anzio e Ponza e Capo Rizzuto in Calabria.
L’operazione è cofinanziata dalla Regione Lazio, dalla Fondazione Cariciv e dalla Comunità Europea.
"L'astice europeo - ha spiegato il professor Giuseppe Nascetti, direttore del Centro - e' una specie pregiata, ma la sua sopravvivenza e' messa a rischio della pesca intensiva, dall'inquinamento e dall'antropizzazione. Fattori che negli ultimi decenni hanno determinato una evidente diminuzione della specie, quindi una minor presenza tra le reti dei pescatori. "
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