Il ragazzo, che lavora come fisico all'osservatorio astronomico di Capodimonte e presta opera di volontariato nell'area marina protetta di Posillipo, ha fatto notare ai due che la zona è interdetta alla pesca e che quell’attiva è illegale invitandoli ad allontanarsi. I due in tutta risposta, lo hanno da prima minacciato a parole puntandogli il fucile subacqueo contro e poi lo hanno aggredito rovesciando il suo kayak e scappando abbandonando il ragazzo in acqua a 700 metri dalla costa.
Il giovane fisico fortunatamente se l’è cavata da solo, con un po’ di fatica ha rimesso in posizione il kayak ed è tornato a terra.
Immediate le proteste del Centro Studi Interdisciplinari di Gaiola che ha visto intervenire sull’argomento il suo presidente Maurizio Simeone che ha dichiarato che mentre i pescatori della zona capiscono bene l’importanza di rispettare l’area protetta perché questa, tra l’altro, contribuisce al ripopolamento ittico della zona, ci sono personaggi come i due aggressori del giovane, che considerano il mare e tutto quello che vi vive come una loro proprietà e non accettano che nessuno gli metta dei limiti.
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