
Siderale, forse è questo l’aggettivo più adatto per definire il tempo con cui Charlie Dalin, 40 anni da Le Havre, ha concluso il Vendée Globe, dopo averlo dominato a lungo: 64 giorni 19 ore 22 minuti 49 secondi a quasi 18 nodi di media sulle 27.667 effettive percorse.
Il record di Armel Le Cleac’h è stato migliorato di 9 giorni, solo il Professore Michel Desjoyeaux nell’edizione 2008 aveva fatto registrare un miglioramento simile sul tempo record (aveva chiuso in 93 giorni).
Sembra passata un’epoca dai tempi di Desjoyeaux, ma in qualche modo Charlie Dalin è l’erede di una generazione di velisti inaugurata proprio dal Professore. Dejoyeaux infatti ha formato François Gabart che ha vinto il Vendée Globe del 2012, e Gabart a sua volta ha lavorato alla preparazione della barca di Charlie Dalin, che è nata presso Mer Concept, il centro di preparazione oceanica di Gabart per l’appunto.
E col Professore i due eredi condividono la filosofia: strategia da attaccanti prima di tutto, e poi per loro il Vendée Globe non è un’avventura ma una regata, da vincere.
Charlie Dalin in questi 64 giorni ha stupito per la calma dei suoi toni nei video, per la sua freddezza, per la capacità di tenere a bada le emozioni e massimizzare la sua performance da super velista, solo così forse si può reggere infatti la pressione fisica e mentale di un giro del mondo da 27 mila miglia divorate a 18 nodi di media.
“Si tratta del mio secondo Vendée Globe, quattro anni fa ero primo sul traguardo ma non avevo vinto, abbiamo lavorato come team per preparare questa barca con l’obiettivo di vincere adesso, questa è la linea d’arrivo più bella della mia vita”, sono state queste le prime parole di Charlie Dalin, che non ha mancato di ricordare l’edizione del 2020 quanto la Giuria con il calcolo degli abbuoni di tempo, conseguenti al salvataggio di Kevin Escoffier, aveva assegnato la vittoria a Yannick Bestaven nonostante Dalin fosse il primo sul traguardo.
Un pensiero poi per Yoann Richomme, che chiuderà al secondo posto: “Si tratta di un velista eccezionale, se io sono andato così bene è perché lui andava così forte e mi ha costretto a spingere sempre al massimo, non vedo l’ora di accoglierlo quando arriva”. Parole da vincente e da grande sportivo.
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