RACE 3
Vento leggero ad Auckland nel secondo giorno di Coppa America, le condizioni che in teoria stava aspettando Luna Rossa. E l’inizio è confortante perché Luna Rossa dopo essere partita molto bene in race 3 va subito in testa dopo la prima virata. Le sensazioni sono molto buone, anche perché a ogni virata la barca dei kiwi sembra soffrire mentre l’AC 75 italiano è decisamente a suo agio nei cambi di mura con poco vento. Ne viene fuori una regata bella e combattuta ma con Luna Rossa che non da mai l’impressione di soffrire troppo e resta in buon controllo fino alla fine, andando a chiudere con 37 secondi di vantaggio.RACE 4
Si riparte dopo poco per la quarta regata con il vento calato dai 9-10 nodi della prima regata a 7-8. In race quattro le parti si invertono, Peter Burling vince la partenza, Luna Rossa paga di aver scelto il lato destro con Spithill che eccede un po’ in aggressività andando a cercare la poppa di Team New Zealand. La manovra si rivela sbagliata perché i kiwi che erano caduti dai foil ripartono subito e Luna Rossa a quel punto è molto, troppo vicina all’avversario che sfila via da sottovento costringendo l’AC 75 italiano a virare.Da lì in poi è un monologo di Team New Zealand, Te Reutai non si rivela una barca incapace di andare bene con poco vento, e si è mostrata anzi abbastanza a suo agio nonostante qualche difficoltà nelle virate. Peter Burling e Blair Tuke fanno il resto, andando a disegnare bordi perfetti sul campo di regata, fiutando le raffiche come solo due atleti che navigano da quando sono bambini in queste acque sanno fare. Il vantaggio sull’arrivo è pesante, 1 minuto e 3 secondi, fino ad ora il distacco più alto di questa finale.
Nulla è cambiato, siamo 2 a 2, parità. La Coppa America è ancora tutta da giocare.
Tutta da rivedere la seconda partenza, con la sensazione che questo nuovo attacco di “aggressività” da parte di Spithill non sia stato strategicamente una mossa valida, forse sottovalutando la capacità dei neozelandesi di accelerare.
Di fatto la partenza di race 4 è stata la chiave della vittoria neozelandese e purtroppo è una grossa occasione persa da parte di Luna Rossa che aveva la concreta chance in queste condizioni, dove non soffre alcun gap di velocità rispetto ai neozelandesi, di portarsi sul 3-1. Un’occasione che andava colta e che avrebbe messo l’equipaggio in tutt’altra condizione psicologica.
Peter Burling non sarà uno specialista del match race, ma già in questa seconda giornata si è confermato molto meno arrugginito che nella prima e ha mostrato di non temere il confronto con Bruni e Spithill.
Due anni fa nessuno avrebbe scommesso su un risultato di questo tipo, oggi vedere Luna Rossa tagliare il traguardo davanti ai kiwi è normale e ad ogni regata appare più evidente che tra noi e i neozelandesi le differenze sono veramente poche, troppo poche per dire chi vincerà questa Coppa America.
Questa notte però abbiamo imparato che i neozelandesi se la cavano benissimo anche con i venti leggeri cosa che inizialmente si pensava potessero penalizzarli. Corrono tanto sia di poppa, ma anche di bolina. Stargli dietro, o ancora meglio, davanti, non è affatto semplice, ma sembra che Luna Rossa abbia perso qualsiasi complesso di sudditanza, il pozzetto italiano sa che la vittoria è possibile e sta facendo di tutto per tornare a casa con la Coppa sotto braccio.
La finale però non prende alcuna direzione precisa e resta più incerta che mai. Incerta come il vento che tra 24 ore dovrebbe essere ancora molto leggero, addirittura al limite di quei 6.5 nodi che sono necessari per potere dare lo start. Ne sapremo di più tra 24 ore quando si tornerà in acqua per race 5 e 6.
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