
Non sappiamo se questa perfezione estetica servirà a vincere la Coppa America contro Team New Zealand, ma intanto è servita per la conquista della Prada Cup. Merito di chi l’ha concepita e progettata, ovvero soprattutto il design team di Luna Rossa, i cui uomini sono stati accuratamente selezionati da Max Sirena, ma di chi stiamo parlando?
IL DESIGN TEAM
Il design team di Luna Rossa è composto da 37 persone, in larga maggioranza italiani, a capo delle quali ci sono il tedesco Martin Fisher e l’uruguaiano con passaporto brasiliano Horacio Carabelli.
La squadra del design è divisa in vari settori: vele, foil, strutture, architettura navale, sistemi di controllo, sviluppo del simulatore, un team con tanti piccoli sottogruppi che lavorano per un comune obiettivo: realizzare la barca più veloce possibile.
Fisher è considerato uno dei massimi esperti al mondo nel disegno di scafo e appendici. Classe 1962, fisico, ha lavorato nel mondo dei grandi multiscafi per le regate oceaniche come i famosi Groupama, Sodebo, Banque Populaire, ed era parte del team progettuale di Groupama 4, il VOR 70 che ha vinto la Volvo Ocean Race nel 2012.
Ha vinto la Coppa America con Oracle, con il team americano nello specifico è stato tra gli ideatori del maxi trimarano con cui la corazzata di Larry Ellison sconfisse il cat di Alinghi a Valencia, portando poi la Coppa America a San Francisco.
Max Sirena lo ha fortemente voluto dopo che Oracle non ha deciso di proseguire la sua campagna in America’s Cup, e proprio il team director italiano conosce molto bene Fischer dato che nel gruppo di Oracle che vinse la Coppa a Valencia c’era anche lui.
Horacio Carabelli, ingegnere meccanico e architetto navale invece è in Luna Rossa dal 2014, dopo avere fatto due campagne di Coppa con Vicory Challenge nel 2007 e Artemis nel 2012, entrambi team svedesi. In realtà la carriera di Carabelli più che da progettista inizia come velista, dato che nel suo curriculum si conta anche un’Olimpiade, ma soprattutto la vittoria della Volvo Ocean Race nel 2012 come membro del sailing team di Groupama 4, lo stesso progetto al quale lavorava Martin Fisher.
C’è un filo quindi che unisce i due professionisti al capo del design team di Luna Rossa. Ma a loro due dobbiamo aggiungere un altro nome fondamentale: Mario Caponnetto.
Genovese classe 1961, ingegnere meccanico, in Coppa America fin dal 1992 con il Moro di Venezia, negli anni è diventato uno dei massimi esperti a livello internazionale di fluidodinamica, conoscenze tecniche che gli sono servite per entrare in Oracle nel 2007 e uscirne solo nel 2013 dopo avere vinto due volte la Coppa America: dietro la grande rimonta degli americani a San Francisco nel 2013 ci sono anche le sue scelte in tema di foil dove è un vero mago.
LE VELE
Uno dei temi caldi per il design di Luna Rossa riguarda anche le vele, che da molti sono state definite come le più “pulite” viste durante questa Coppa America. L’uomo dietro le vele è Marco Capitani, colui che insieme a Juan Garay le disegna, concependone le forme e i profili.
Come noto, American Magic a parte, la veleria che produce per tutti gli altri team è la North Sails. Questo non significa che tutte le vele siano uguali. Ogni equipaggio ha i propri disegni, le proprie forme, le proprie finiture, la North mette a disposizione la tecnologia e realizza le membrane grezze sui disegni inviati dai disegnatori dei team.
Una volta arrivate in Italia le vele di Luna Rossa passano dalla sede di Carasco della North Sails, dove vengono finite con tutti i rinforzi e gli accessori che servono al loro utilizzo. A quel punto partono per la Nuova Zelanda dove Marco Capitani con gli altri velai del team verificano la conformità al progetto originale. Se le vele di Luna Rossa sono risultate come particolarmente efficienti il merito è dei disegnatori e dei velai del team, oltre che della tecnologia messa a disposizione dalla veleria americana.
IL MAGO DEL CARBONIO
Un ruolo molto importante dentro il design team è anche quello di Stefano Beltrando, il mago del carbonio, il Quality Control Manager di Luna Rossa, al quale spetta verificare che i vari componenti della barca siano stati realizzati in maniera aderente al progetto. Beltrando, classe 1975, lavora in Coppa America già dal 2003 e la sua società, la QI Composites, è considerata un’eccellenza mondiale nel controllo e nello sviluppo delle strutture in carbonio applicate alla nautica e non solo, Beltrando ha collaborato anche con la Ferrari in Formula 1.
UNA SCELTA COERENTE
Un team molto eterogeneo ma anche ben assortito quello del design di Luna Rossa, con un mix interessante tra esperienza e gioventù, che fino ad ora sembra avere dato dei risultati decisamente positivi.
Un design team che non si è perso in voli pindarici, ma che ha sviluppato un concetto molto preciso di barca già con il primo scafo, per poi sviluppare la seconda Luna Rossa come una precisa evoluzione della prima, portando a termine un processo che prima di tutto ha stupito per la sua coerenza.
Mentre gli altri sfidanti, tra cui anche il defender, tra barca 1 e 2 hanno cambiato completamente idea di disegno, i progettisti di Luna Rossa hanno puntato senza tentennamenti sulla strada che avevano già solcato. Non è un dettaglio da poco. Cambiare in modo radicale lo scafo significa modificare anche tutto il resto, tutto è collegato, la barca va considerata come un ‘pacchetto’ complessivo che raduna scafo, foil, albero e vele, elementi strettamente correlati fra loro. Stravolgerne uno significa fare lo stesso in parte con gli altri.
Luna Rossa è rimasta sempre fedele all’idea originale e ha avuto un processo di sviluppo del progetto più lineare. Non sappiamo ancora se sarà la strada vincente, ma fino ad ora il cammino è stato entusiasmante.
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