In quest'occasione, però, Soldini si è trovato solo contro l'oceano, così come i suoi avversari, e lo straordinario rapporto che lega l'Atlantico allo skipper azzurro ha fatto la differenza nel centrare questo obiettivo. “Il segreto per vincere una regata è di non commettere troppi errori - ha raccontato Giovanni - solo così si può essere competitivi. Telecom Italia, poi, è una barca nata bene, molto affidabile e veloce in ogni condizione”.
Sì, perchè anche lo scafo, con cui Giovanni si è sempre sentito un'unica entità, ha avuto un ruolo fondamentale, soprattutto nei momenti più difficili. “E' stata dura subito dopo la partenza - ha continuato - quando non era semplice capire dove andare. All'inizio ho scelto una rotta molto a nord, poi ho avuto paura a lasciare la flotta da sola, preferendo coprirla. Negli ultimi giorni mi sono impantanato nelle bolle senza vento, ma non è vero che temo più le calme delle tempeste a quaranta nodi”.
Se l'Artemis Transat sia degna di essere considerata erede della vecchia Ostar a Giovanni non interessa; a lui questa regata è piaciuta, e anche tanto. “Mi sono divertito molto - ha concluso Soldini - perchè questa è una competizione basata su scelte tattiche e meteo, la mia passione”. Ne servirà ancora tanta per continuare a cogliere imprese simili; già dal prossimo 20 luglio, quando “Telecom Italia” sarà ai nastri di partenza della Quebec-Saint Malo.
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