Considerando che ogni barile contiene circa 140 kg di greggio, si stima che in acqua ci siano 420.000 kg e più di petrolio, una quantità che può avere un impatto devastante su flora e fauna.
La prima zona costiera a venire colpita dall’inevitabile marea nera è stata Huntington Beach, circa 40 km a sud di Los Angeles, una spiaggia considerata come uno dei paradisi mondiali per i surfisti.
Secondo gli ultimi rilievi il petrolio coprirebbe ormai circa 33 chilometri quadrati di superficie. I sommozzatori sono a lavoro sull’oleodotto da cui arriva la perdita, che si sarebbe sviluppata a oltre 20 metri di profondità, per capirne le ragioni e trovare una soluzione.
Nel frattempo le autorità locali si stanno affrettando per disporre panne e barriere lungo le spiagge, ma la situazione appare difficile se non drammatica in alcuni punti.
Tutte le spiagge della zona sono state prontamente chiuse con un inevitabile divieto di balneazione, volontari e Forze dell’Ordine sono al lavoro per cercare di portare subito avanti le prime operazioni di bonifica che si annunciano lunghe e laboriose.
Tornano in mente le drammatiche immagini del 2010, quando nel Golfo del Messico la piattaforma Deep Water Horizon fu interessata da un’esplosione che provocò lo sversamento di trecentomila tonnellate di petrolio per quello che viene ricordato come uno dei disastri ambientali più gravi nella storia del nostro pianeta, che causò la distruzione quasi totale di tutto l’ecosistema interessato dall’incidente.
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