A quanto sembra, a ritrovare la barca sarebbe stato un’agenzia d’investigazione che ha rintracciato nel breve giro di qualche giorno la barca. L’imbarcazione è stata riconosciuta grazie ai numeri degli apparecchi elettronici presenti a bordo, una delle poche cose che i ladri non hanno sostituito.
“C’è un’indagine in corso e la barca è ancora sotto sequestro, non posso rivelare altre informazioni oltre al confermare il ritrovamento, ma è una bella notizia,” dice Guido Ruspoli, l’armatore della barca. E in effetti intorno al ritrovamento del Moody c’è il massimo riserbo e nessuno parla, né l’armatore, né chi in Marina sembra sapere qualche cosa, tutti si trincerano dietro le indagini in corso. Tale riserbo sta a indicare che dietro il furto del Moody c’è qualche cosa di più importante di semplici ladri di barche.
C’è chi dice che la barca sia stata rubata e poi subito venduta a un cliente russo, cosa che fa pensare che il furto sia stato pianificato in anticipo il che, con un esercizio di fantasia, porterebbe a ipotizzare che a rubare la barca possa essere stata un’organizzazione internazionale dedita al furto di mezzi di lusso.
Una barca di questo tipo potrebbe essere stata rivenduta a diverse centinaia di migliaia di euro. Ad avvalorare tale ipotesi anche la velocità con la quale la barca ha trovato un nuovo proprietario e con cui è stata ritrovata, come se gli investigatori sapessero quali piste battere.
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