La teoria del Capitano E.S. Geary, si basa su alcune deduzioni logiche e sull’analisi del materiale fotografico del relitto.
Lo skipper 21enne del Cheeki Rafiki, la sera dell’incidente, il 16 maggio scorso, aveva chiamato il proprietario della barca per avvertirlo che questa faceva acqua e che per sicurezza, avrebbero deviato la rotta puntando sulle Azzorre. Il Capitano E.S. Geary fa notare che in quell’occasione, il ragazzo non parlò di collisione o di urti né, tanto meno, sembrava essere particolarmente preoccupato.
Questo fatto, abbinato alle fotografie della carena del Cheeki Rafiki che non mostrano i danni tipici di una chiglia strappata da un urto con un oggetto sommerso, ma, piuttosto, i segni di una chiglia che ha ballato appesa alla carena per molto tempo, hanno portato il Capitano Geary a ipotizzare che i bulloni che reggevano la chiglia fossero lenti o talmente arrugginiti da essersi consumati al punto di cedere.
La dichiarazione del Capitano Geary apre nuovi scenari per l’inchiesta sull’accaduto. Se quanto suggerito da Geary dovesse trovare una corrispondenza in altre prove, il proprietario dell’imbarcazione che era stata noleggiata ai quattro membri dell’equipaggio per partecipare alla Antigua Sailing Week e che al momento dell’incidente si trovavano sulla via del ritorno verso l’Inghilterra, rischia di trovarsi coinvolto in un’inchiesta per omicidio colposo.
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