martedì 25 marzo 2025
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Sacrifici umani in mare

Durante una traversata dalla Libia all’Italia, uccisero dieci compagni di viaggio gettandoli in mare

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Agrigento - La squadra mobile di Agrigento, ha arrestato ieri sera cinque Ghanesi con regolare permesso di soggiorno, accusati di aver ucciso tra il 1 e il 4 agosto del 2011, dieci loro compagni di viaggio gettandoli in mare durante la traversata a bordo di un barcone di venti metri dalla Libia, a Lampedusa.
I fatti sono accaduti durante un viaggio, denominato il viaggio della morte.
Quattrocento migranti a bordo di un peschereccio di 20 metri, lasciano la Libia diretti in Italia, la sera della partenza, il motore della barca si rompe. Il giorno dopo vengono avvistati da un peschereccio Cipriota che dà l’allarme alla capitaneria italiana. Le autorità italiane, non avendo giurisdizione sul tratto di mare interessato, devono limitarsi a inviare un'informativa a tutte le unità in zona sull’avvistamento del barcone alla deriva. L’informativa è inviata anche alle forze Nato che dispongono di un'unità militare a 25 miglia dal luogo in cui si trova il barcone.
La Nato, inspiegabilmente, non interviene.
I soccorsi scattano solo due giorni dopo, quando, la Capitaneria di Porto Italiana, non avendo più notizie nè dalla Nato, nè da altre forze che dovrebbero intervenire, decide di muoversi in autonomia e inviare proprie forze.
Il barcone viene raggiunto e portato a Lampedusa. Più di cento persone delle quattrocento partite con la barca, mancano all’appello. Scattano le polemiche con la Nato. In tutto ciò, successivamente, si è scoperto un altro aspetto del dramma. Alcuni Ghanesi a bordo della barca, avrebbero gettato in mare alcuni loro compagni perché convinti che questi avessero offeso i loro dei e che, di conseguenza, le divinità avessero provocato la rottura del motore. Un uomo è stato da prima legato, poi picchiato, poi gettato in mare ancora vivo. A questo sono seguiti almeno altri dieci. Le vittime sacrificali erano individuate da alcune donne Ghanesi che aizzavano gli uomini, dopo aver fatto dei riti magici. Alcuni, per fuggire alla carneficina, si sono gettati in mare da soli dopo aver preso un salvagente e non sono più stati ritrovati.

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