Ne ha parlato alla stampa Enrico Riva, della Fiom Cgil Lucca, che ha descritto uno scenario abbastanza critico dopo l’incontro con il curatore fallimentare di Perini. Secondo quanto riferito da Riva ai media locali, il problema principale nell’immediato è quello della liquidità residua ormai in via d’esaurimento.
Per questo motivo sono stati subito tagliati i benefit dei dirigenti e verranno rivisti anche i contratti in essere per le attività di riparazione che sono ancora in corso presso la sede di La Spezia.
La preoccupazione del sindacato riguarda anche la cassa integrazione per i dipendenti che sono ancora dentro Perini, attualmente quasi 100 persone. La procedura fallimentare nel mese di febbraio si occuperà ancora dell’anticipo della cassa, ma da marzo se ne occuperà l’Inps.
Una situazione complicata con all’orizzonte l’asta fallimentare che tutti aspettano come la possibile soluzione di tutti i mali. Secondo le migliori ipotesi l’asta dovrebbe svolgersi entro l’estate e l’intenzione del curatore fallimentare è quella di vendere il cantiere per intero, senza spezzettarlo, fatto quest’ultimo che metterebbe probabilmente la parola fine al marchio Perini.
Ciò potrà avvenire se all’asta si presenteranno potenziali acquirenti ben strutturati e con piani industriali seri, contrariamente si addenserebbero non poche nuvole sull’esistenza del marchio Perini Navi in futuro.
San Lorenzo, uno dei big che dovrebbero partecipare all’asta, almeno questo è l’augurio degli operatori del settore, resta alla finestra come uno dei soggetti più interessati all’affare ma non è il solo.
Il Gruppo Ferretti, Palumbo e The Italian Sea Group sembrano essere gli altri player pronti a partecipare all’asta anche se ancora poco si sa su eventuali piani industriali.
Uno dei gioielli della nautica made in Italy resta ancora sull’orlo del baratro, entro quest’estate sapremo se per Perini Navi, quello che un tempo era un colosso mondiale, ci sarà ancora un futuro nel mondo della nautica.
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