“Abbiamo un buon 10 per cento di barche in vendita – dichiara Paola Piovesana, titolare di Marina Punta Faro, in provincia di Udine – e ci sono pochi transiti che arrivano da altri porticcioli. Molti armatori tendono a muoversi poco. Poi c'è la guardia di finanza che fa controlli quotidiani. Noi non siamo contro le verifiche, ma contestiamo le modalità con cui vengono eseguite. Grande dispiego di mezzi e continue visite a bordo. Così il diportista sposta la barca in Croazia, dove è più tranquillo”. Sulla stessa linea d'onda si schiera Gianni Sorci, direttore di Marina di Rimini. “Il riempimento del porto – ha detto – nel 2011 segna una flessione del cinque per cento. Abbiamo il 20 per cento di barche in vendita e molti armatori restituiscono gli yacht in leasing. Tanto che abbiamo deciso di fare come il porto di Lavagna, mettendo 150 posti barca a disposizione delle società di leasing. Terremo le barche gratis finchè non riusciranno a venderle”.
Sulla sponda Tirrena la situazione è più o meno simile, stando alle dichiarazioni di Marina Scarpino, direttrice del porto Carlo Riva di Rapallo. “Quest'anno – ha detto – abbiamo diversi ormeggi vuoti per le barche fino a 12 metri, mentre da 15 metri in su abbiamo i posti pieni ma notiamo un minore utilizzo delle barche. Le vendite di carburante sono dimezzate”.
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