
La crisi del prezzo del gas, la pandemia e l’aumento delle materie prime che sta portando l’inflazione a livelli che non vedevamo dall’era pre Euro, stanno cambiando tutti i mercati e tra questi anche quello della nautica.
Negli ultimi due anni i grandi cantieri industriali hanno aumentato il listino delle loro barche tra il 20% e il 30% raggiungendo prezzi che una volta avrebbero fermato completamente il mercato e che invece oggi sembrano non frenare più di tanto la domanda.
Cosa sta succedendo e come si trasformerà il mercato?
Dare una risposta esatta non è facile, quello che possiamo fare è osservare i dati e cercare di trarre delle conclusioni. I dati sono che nonostante i forti aumenti dei prezzi delle barche e di tutto quello che le riguarda, porti compresi, la domanda continua a correre come non faceva da molto tempo.
La nautica sta vivendo un momento di boom che non si registrava dal 2005-2006. Oggi se si vuole comprare una barca l’attesa comincia a diventare lunga e già dal mese di ottobre o novembre, si venderanno barche con consegna autunno 2023, ovvero chi le compra non avrà la barca per l’estate.
Nel settore dei catamarani la situazione è ancora più critica e i catamarani top di gamma dei cantieri industriali vanno in consegna già ora al 2025.
Questo spazza il campo da ogni speranza di un abbassamento dei prezzi nel momento in cui la situazione delle materie prime si dovesse stabilizzare e il gas, e di conseguenza l’energia elettrica, dovessero tornare ai prezzi del 2021.
I prezzi delle barche sin tanto che il mercato tirerà e i cantieri non riusciranno a tenere testa agli ordini, sono destinati ad aumentare. L’eccesso di domanda è dovuto, oltre che alla ripresa europea più forte del previsto, e quella italiana in particolare per cantieri come Dufour che ha nel nostro paese il suo primo mercato, alla crescita di altri mercati che sino a qualche anno fa erano poco responsivi.
Argentini, messicani, peruviani, brasiliani, stanno cominciando ad arrivare sulle nostre coste per le loro vacanze e se i Russi sono quasi scomparsi, i nuovi diportisti suppliscono perfettamente a tale mancanza.
In ultimo c’è da registrare una forte crescita delle società di charter che incentivate dalla domanda in costante crescita e spinti dagli aiuti statali nel comprare barche, sono ormai diventate il cliente più importante dei cantieri industriali.
Il mercato potrà trovare un uovo assetto nel momento in cui, come avvenuto tra il 2003 e il 2007, arrivino sul mercato nuovi player.
Tra il 2003 e il 2007 molti imprenditori che avevano avuto successo nel loro campo, vollero fare la stessa scommessa nel mondo della nautica e per qualche anno nacquero cantieri come funghi dopo la pioggia. In particolare nel settore motore, era un continuo lancio di nuovi modelli.
Nella vela il fenomeno fu meno evidente uno perché il mercato della vela rappresenta solo il 17-18 % del totale del mercato nautico e perché una barca a vela è un oggetto più complicato da costruire di quanto sia una barca a motore.
Oggi quel fenomeno con quei numeri non ha le basi per ripresentarsi.
All’epoca c’erano tanti piccoli artigiani, terzisti, cantieri manutentori che spinti dai capitali di qualche imprenditore si gettarono nella mischia, oggi quegli artigiani non ci sono più, quindi sarà più difficile, ma è probabile che nel giro di tre anni un paio di nuovi nomi sul mercato li vedremo arrivare.
Di certo in questo momento c’è spazio per la nascita di nuovi cantieri e la speranza è che qualcuno voglia occupare quegli spazi.
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