L’omicidio nautico potrebbe diventare ufficialmente un reato previsto dal codice italiano. L' Aula del Senato ha approvato il DDL che era stato presentato in Parlamento il 9 luglio del 2019 su iniziativa del senatore di FdI Alberto Balboni. Al Senato il DDL ha ricevuto 208 voti favorevoli, 1 contrario e 6 astenuti, l’unico contrario è stato Gregorio De Falco, il Comandante che coordinò i soccorsi nella notte del naufragio della Concordia.
L’urgenza di questo provvedimento è stata accentuata dalla tragedia avvenuta sul Garda la scorsa estate con due giovani uccisi da una barca “pirata” che si scoprì poi appartenere a due turisti tedeschi che la conducevano in stato d’ebrezza. Un fatto di cronaca che ha scosso le coscienze delle comunità locali e delle istituzioni, sollecitando un conseguente intervento della politica che adesso sembra concretizzarsi.
L’obiettivo di questa nuova norma è quello di "colmare una vera e propria lacuna normativa, inaccettabile perché non rispondente - spiegano le 4 pagine del Ddl - a criteri di proporzionalità tra i beni che si mettono a repentaglio (vita ed integrità fisica) e l’atteggiamento psicologico del reo”.
Il Disegno di legge andrà a considerare il reato in oggetto come previsto dall'articolo 589 bis del Codice penale, ovvero l’omicidio stradale, estendendo questo alle imbarcazioni e alla circolazione in mare, nei laghi e nei fiumi.
Una legge che, se approvata anche alla Camera, andrà a colmare un vuoto normativo che in Italia, con un turismo nautico molto sviluppato, non potevamo più permetterci.
Condurre un’imbarcazione, di qualsiasi misura essa sia, non può essere considerato un gioco e la legge servirà anche da monito a tutti coloro che in estate si avvicinano al mondo del diporto con troppa leggerezza.
© Riproduzione riservata