
A un certo punto un signore vede qualche cosa di strano in acqua, un ribollio di piccoli pesci che salta e poi quella che sembra una pinna, suppone sia uno squalo, avverte i bagnini. Gli uomini del salvataggio sono molto scettici, ma decidono che la prudenza non è mai troppa e si calano nei panni dei bagnini delle spiagge australiane dove gli squali sono grandi e pericolosi. Cominciano a fischiare a pieni polmoni, alzano la bandiera rossa e iniziano a sbracciarsi per far uscire le persone dall’acqua.
Da prima i bagnanti non capiscono, il mare è calmo il sole è alto e non sembra che ci sia alcun pericolo all’orizzonte, ma poi qualcuno pronuncia la parola magica “squalo” e subito tutto diventa un fuggi fuggi.
Signore che cercano disperatamente di tornare a terra, padri spaventati che si precipitano in acqua a salvare i propri piccoli dalle fauci del mostro, in meno di due minuti il mare davanti alla spiaggia è vuoto, perfettamente calmo e perfettamente vuoto.
Viene avvisata la Capitaneria di Porto che manda una motovedetta che controlla nelle acque antistanti la spiaggia se tante volte si dovesse vedere una pinna triangolare, ma nulla, se uno squalo c’era, e non ci crede nessuno, con il fuggi fuggi della spiaggia, ormai chissà dov’è andato.
Gli uomini della capitaneria spiegano che a provocare la confusione dei pesci che saltavano da tutte le parti probabilmente è stata qualche grossa ricciola che, salita dal fondo, ha fatto un incursione in acque basse per dare la caccia a qualche facile preda.
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