Se Chantelle Doyle è viva deve ringraziare solo l’audacia di suo marito Mark. Domenica scorsa Chantelle stava surfando sulle onde di Shelly Beach vicino a Port Macquarie in Australia, quando un grande squalo bianco la ha attaccata mordendole la gamba e facendola cadere dalla tavola.
Mark, che era sulla spiaggia, visto l’attacco ha preso la sua tavola e ha raggiunto Chantelle a gran velocità, l’ha caricata sulla sua tavola costringendo lo squalo, che ora aveva addentato il polpaccio della moglie, ad avvicinarsi a lui. L’uomo trovatosi lo squalo di fronte ha iniziato a colpirlo con tutta la sua forza diritto negli occhi.
Otto pugni inferti con la forza della disperazione hanno disorientato il predatore che ha mollato la presa.
Dietro Rapley sono arrivati subito altri surfusti che hanno iniziato a battere sull’acqua e fare rumore convincendo la bestia a non riprovare l’attacco e ad allontanarsi.
Mark ha quindi portato Chantelle sulla spiaggia da dove un elicottero dell’elisoccorso l’ha trasportata in ospedale.
La donna non ha mai perso conoscenza e suo marito si è sorpreso della calma che sua moglie ha saputo tenere durante tutto l’attacco, rendendogli più facile aggredire lo squalo.
Nel giro di poche ore Mark Rapley è diventato così un eroe nazionale, l’uomo che ha preso a pugni uno squalo per salvare la sua Chantelle, ma lui di quel titolo non ne vuole sapere.
Rapley sostiene che ha agito d’istinto e che chiunque al suo posto avrebbe agito così per proteggere la donna della propria vita e madre dei propri figli.
Mark crede che gli eroi veri sono i surfisti che lo hanno seguito e lo hanno aiutato a cacciare lo squalo; “Chantelle non è la loro moglie – afferma - e questo ne fa dei veri eroi”.
Subito dopo l’aggressione la spiaggia è stata chiusa e la Guardia Costiera ha iniziato una grande caccia allo squalo.
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