
Tag Yachts, cantiere sudafricano costruttore di catamarani attualmente in procedura fallimentare, produceva due modelli: un 50 e un 60 piedi. Entrambi presentavano le caratteristiche tipiche dei catamarani da crociera, con ampi spazi e comodità, ma erano anche dotati di daggerboard e scafi stretti da permettergli di essere molto veloci sull’acqua.
Il primo modello prodotto fu il Tag 60. Secondo quanto emerso, ne sarebbero stati venduti e consegnati due o tre esemplari. Successivamente, pur in presenza di nuovi ordini, la produzione si sarebbe interrotta. Non per mancanza di acquirenti, ma perché le barche non sarebbero mai state costruite.
L’ipotesi dell’accusa è che due dei tre soci, Tim van der Steene e Ryan Osbourne, abbiano incassato acconti e pagamenti legati agli stati di avanzamento dei lavori, utilizzando però quelle somme per fini diversi da quelli dichiarati.
Tra i clienti coinvolti figura la coppia Wayne Saunders e Fiona Searson, che avrebbe versato circa 450.000 euro al cantiere prima di rendersi conto che la barca non era mai stata messa in produzione.
Un altro cliente, un imprenditore sudafricano, avrebbe vissuto una situazione simile. Dopo aver scoperto l’assenza di qualsiasi costruzione, sarebbe entrato in uno stato depressivo e, forse a causa del coinvolgimento nella vicenda, si sarebbe tolto la vita.
Il terzo socio, Ahmed Ghunoum Al-Hameli, sultano degli Emirati Arabi Uniti, risulterebbe tra i danneggiati ed è stato il primo a sporgere denuncia contro i due.
Il processo a Tim van der Steene e Ryan Osbourne, attualmente in libertà su cauzione, è in corso presso il tribunale specializzato in reati economici di Gqeberha, in Sudafrica.
Il caso è complesso: il revisore dei conti incaricato da Al-Hameli ha già testimoniato per tredici giorni consecutivi per cercare di ricostruire il percorso dei soldi spariti e nuove udienze sono in programma.
Qualora il processo si concludesse con una condanna, per i due imputati potrebbero aprirsi le porte del carcere e la loro reclusione potrebbe durare anche oltre i 15 anni.
Nel frattempo, il team legale del sultano sta cercando di individuare eventuali fondi recuperabili tra quelli che risulterebbero scomparsi.
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