Messo sotto sequestro e isolato, il container da allora giace ancora nel porto di Genova. Si sospetta che al suo interno ci possa essere del Cobalto 60 un componente essenziale per la fabbricazione di bombe sporche, il che, vista anche la sua provenienza, fa tornare alla mente le minacce di Al Qaeda di compiere attentati anche nelle grandi città europee.
La procura di Genova ha fatto compiere delle indagine alla Asl, la quale ha determinato che nessun membro dell’equipaggio ne lavoratore del porto che è entrato in contatto con il container, è stato contaminato da radiazioni.
Nel frattempo i residenti premono perché quel container venga aperto e il suo contenuto messo al sicuro lontano dalle loro case. Questo avverrà probabilmente a fine mese, con l’arrivo a Genova da Roma di un Robot in grado di tagliarlo e controllare quale sia l’origine delle radiazioni.
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