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domenica 9 febbraio 2025
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Le truffe sull’acquisto di barche diventano un problema in Germania

Lo scrive Yacht.de sul suo sito. In Germania in aumento le truffe basate sugli annunci di vendita

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Lago di Costanza, Germania – La maggiore rivista di vela tedesca, Yacht, scrive sul suo sito di un incremento di truffe di carattere nautico.

Le truffe che già hanno avuto un forte incremento in Finlandia, si compiono convincendo qualcuno ad acquistare una barca senza averla mai vista mandandogli copia dei documenti e molte fotografie. Quando l’accordo viene fatto e l’acquirente paga la barca con il patto che il venditore la farà trasportare sino al luogo scelto dal compratore, il venditore scompare, con lui i soldi e l’immaginaria imbarcazione.

In Germania, dove il mare o i laghi spesso sono molto lontani dai luoghi di residenza, specialmente d’inverno non è difficile assistere a transazioni di piccole imbarcazioni senza che l’acquirente sia andato a vedere l’oggetto del suo interesse. Ancora più semplice se la barca si trova in Spagna o in un altro paese del Mediterraneo, ed è proprio su questa, che si potrebbe definire ingenuità, che i malviventi giocano per portarsi a casa bottini anche consistenti, senza scomodarsi da casa.

Una volta messi a segno un certo numero di colpi (tra i 15.000 e i 40.000 euro a transazione), prima che il primo dei truffati si renda conto che la sua barca non arriverà mai e che i documenti che sono stati a lui inviati sono falsi, il venditore si volatizza e con lui i conti bancari sui quali sono stati inviati i soldi.

Il fenomeno esiste anche in Italia, ma è più difficile da mettere in pratica e solitamente la truffa si limita all’anticipo che l’acquirente versa per fermare la barca riservandosi di vederla in un secondo momento.

Una truffa che è rimasta storica nel nostro paese, ma che si basava su di un meccanismo diverso, fu quella organizzata dalla Rimini Yacht, un concessionario Azimut (barche a motore). La Rimini Yacht, approfittando del fatto che le barche sono registrate su registri cartacei negli uffici periferici della Capitaneria di Porto, vendeva la stessa barca a più persone presentando richieste di leasing a diverse società, registrando la barca in più capitanerie.

Lolli, il proprietario della Rimini Yacht, è fuggito in Libia, poco prima della rivoluzione, con diversi milioni di euro. Proprio oggi si terrà al tribunale di Rimini l’udienza preliminare di uno dei processi che vedono imputato Giulio Lolli, che però è ancora latitante in nord Africa.

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