Ieri, infatti, è stata scoperta una terza falla a 1.550 metri di profondità e, secondo la guardia costiera americana, il greggio disperso ogni giorno in mare equivarrebbe alla quantità di cinquemila barili. Una stima di cinque volte superiore a quella iniziale che non trova d'accordo i vertici della BP, società proprietaria della piattaforma, secondo cui la quantità di petrolio fuoriuscita sarebbe rimasta invariata.
Intanto, la macchia nera ha raggiunto una superficie di 74 mila chilometri quadrati (il doppio della superficie del Belgio) ed è arrivata a 32 chilometri dalla costa della Louisiana. Mezzi navali e aerei stanno cercando in tutti i modi di contenerla, mentre i robot sottomarini non sono riusciti a otturare le falle della piattaforma. Sono cominciati, inoltre, i primi roghi controllati per incendiare la massa di petrolio. Applicati su porzioni ridotte di greggio, se sortiranno un buon effetto, saranno estesi su scala maggiore. Questi incendi generano tuttavia colonne di fumo inquinante e, per questo motivo, ai soccorritori spetta anche il compito di accertarsi che il vento non le conduca verso la costa.
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