Il primo riguarda la riduzione delle accise sul carburante e il secondo l’equiparazione delle strutture portuali per il diporto alle altre strutture ricettive turistiche, il che significherebbe passare dal 21% al 10% di Iva con una notevole riduzione dei costi per i diportisti che ormeggeranno nei porti sardi.
I due provvedimenti si dovrebbero discutere nella riunione di giunta della regione che si terrà il prossimo mercoledì 5 giugno. Se questi si dovessero attuare velocemente si aiuterebbe molto il rilancio del diporto in Sardegna che negli scorsi anni ha subito duri colpi.
Nel corso della convention è stato messo in risalto come l’anno scorso, il comparto del diporto, nella sola Sardegna, abbia generato per le casse dello Stato tra Iva e ricavi sui posti barca a gestione pubblica 58 milioni di euro (oltre il doppio del gettito della tassa di possesso a livello nazionale).
I diportisti hanno speso nell’isola 260 milioni di euro e, secondo gli studi presentati, il ricavato connesso al diporto per l’isola potrebbe salire sino a 350 milioni di euro con la creazione di 230 nuovi posti di lavoro, se fosse messa in atto una politica più attenta al comparto.
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