Mitico presso tutti coloro che amano la navigazione a vela, l'estremo lembo di terra è considerato l'autentico banco di prova del vero marinaio
Storicamente non è il lembo di terra più importante del mondo ed è stato trascurato dai grandi scrittori: il Capo di Buona Speranza è immortalato in Os Lusíadas (“I Lusiadi”, 1572) del portoghese Luís Camões, Bermuda viene citata in The Tempest (“La tempesta”, 1610) di William Shakespeare, nelle Juan Fernández si colloca la storia di The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe of York, Mariner (“Le avventure di Robinson Crusoe”, 1719) di Daniel Defoe, considerato il primo grande romanzo della letteratura inglese. Nei suoi mirabolanti viaggi il protagonista dei Gulliver’s Travels (“I viaggi di Gulliver”, 1726) di Jonathan Swift non passa mai da Capo Horn, ed una grande leggenda come quella dell’Olandese Volante è nata nelle acque dell’Africa e non della punta estrema delle Americhe.
Nonostante la scarsa e tardiva importanza commerciale, pure Capo Horn è il non plus ultra (verrebbe da dire in tutti i sensi) per chi ama la vela, il supremo test di ogni marinaio, a causa delle straordinarie difficoltà.
La fascia di mare situata oltre il 50° di latitudine Sud è sempre stata un problema per la navigazione a vela: detta dei “Cinquanta Urlanti” o “Cinquanta Furiosi”, in essa vi è lo scontro dei due oceani e la forza di correnti determinate dalla rotazione terrestre.
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