La collisione con una nave è uno di quegli incidenti che capitano di rado, ma che quando capitano non si dimenticano.
Incontrare una nave in navigazione non è cosa rara, rischiare di entrarvi in collisione è cosa più difficile, ma comunque possibile, come testimoniano i diversi incidenti di questo tipo che vengono registrati durante l’anno.
Una distanza calcolata male, la stupida idea che siccome la barca a vela ha la precedenza è la nave che deve manovrare e quindi non ci si mette in sicurezza, un errore da parte della plancia della nave e il patatrac è fatto.
Ci sono stati diversi casi in cui navi mercantili hanno colato a picco barche a vela senza neanche rendersi conto di quello che era accaduto, come ci sono state barche a vela che si sono scontrate con delle navi senza che il loro skipper facesse nulla per evitarlo, semplicemente perché non si era reso conto del pericolo.
La differenza di manovra tra un’imbarcazione e una nave
Il velista è abituato a governare la sua barca che, 8 metri o 20, è comunque una barca di piccole dimensioni. Dal pozzetto di una barca si ha una visuale pressoché perfetta di quello che si ha davanti.
Quando lo skipper decide di virare gira la ruota e la barca risponde nel giro di qualche frazione di secondo.
Se si decide di fermare la barca, anche stando a vela, si lasca tutto, si accende il motore e si mette la retromarcia e nel giro di qualche decina di metri e di secondi, la barca è perfettamente immobile sull’acqua.
Per le navi la cosa non è così semplice.
Che cos’è il cono d’ombra
Il timoniere di una nave riesce a vedere un oggetto che gli transita a prua se questo si trova a una distanza che può variare dai tre/quattrocento metri alle due miglia, tutto dipende d
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