4 agosto 2022 aggiornamento ore 08:01 - Sono emersi dettagli importanti dalle indagini che hanno come oggetto l’incidente drammatico di Porto Cervo. Secondo gli ultimi elementi che stanno circolando, lo yacht che avrebbe causato la virata improvvisa del Magnum 63 Amore finito a scogli sarebbe il Mangusta 70 della famiglia Berlusconi, lo Sweet Dragon.
Proprio quest’ultimo aveva lanciato l’allarme e prestato i primi soccorsi all’equipaggio del Magnum che aveva fatto naufragio.
Stando a quanto riportato da diverse agenzie, sarebbe indagato anche il Comandante del Mangusta oltre a quello del Magnum 63, le ipotesi di reato contestate sono omicidio colposo e lesioni.
A bordo dello Sweet Dragon non ci sarebbe stato nessun membro della famiglia Berlusconi, stando alle dichiarazioni ufficiali la figlia Barbara era scesa dal Mangusta poco prima dell’incidente.
Entrambe le barche sono state poste sotto sequestro e si trovano a Porto Cervo. Ancora in ospedale in condizioni definite fuori pericolo ma serie la moglie e la figlia dell’uomo di 63 anni, Dean Kronsbein, tedesco rimasto vittima nell’incidente.
Un’estate nera quella del diporto nautico fino a ora, con due sinistri drammatici che hanno procurato vittime e diversi incidenti importanti, incluso l’affondamento di due megayacht a causa di incendi che abbiamo raccontato sulle pagine di solovela.net.
Un bilancio severo che racconta come per mare sia obbligatorio restare sempre vigili e operare con la massima prudenza, soprattutto in queste settimane dove il traffico dei diportisti è importante.
2 agosto 2022 aggiornamento ore 08:01 - E’ in corso l’autopsia sul corpo dell’armatore del Magnum 63 di nazionalità inglese al fine di appurare le cause della morte. C’è l’ipotesi che l’uomo possa essere deceduto in seguito a un infarto cardiaco avuto in acqua dopo l’urto con gli scogli.
A bordo della barca si è appurato c’erano sette persone incluso l’armatore. Due di queste sono nell’ospedale di Olbia in gravi condizioni , ma non in pericolo di vita. Nell’urto la barca ha perso tutta la parte anteriore dello scafo sino alla paratia che divide la cabina del marinaio dalla cabina di prua, circa due metri e mezzo di barca.
1 agosto 2022 aggiornamento ore 13:06 - A pochi giorni dalla tragedia dell’Argentario dove sono morte due persone, ieri nella zona di Porto Cervo si è consumato un nuovo dramma che ancora una volta, con tutta probabilità, vede la sua origine nell’uso improprio del pilota automatico.
Nel tardo pomeriggio di ieri 31 luglio, un Magnum 63, un motoscafo di circa 18 metri di lunghezza e capace di velocità sostenute, viaggiava nella zona di Porto Cervo in Costa Smeralda. A bordo c’erano 4 persone, tra le quali l’armatore della barca, un uomo di 63 anni.
Secondo le ricostruzioni dell’incidente che ancora vanno verificate, quando il proprietario della barca si accorgere di essere prossimo a una collisione con un altro motoscafo che procedeva in senso contrario a velocità sostenuta, vira improvvisamente nel tentativo di evitare la collisione.
La collisione a quella velocità sarebbe stata devastante, ma purtroppo l’armatore non considera che dal lato dove ha scelto di virare ci sono gli scogli di Nibani, sui quali la barca finisce la sua corsa.
L’impatto è drammatico.
Le barche nella prossimità dell’incidente intervengono immediatamente recuperando le quattro persone che erano a bordo. Immediato anche l’intervento dei soccorsi della Guardia Costiera che però non può fare altro, per quanto riguarda il proprietario della barca, che constatarne il decesso. Altre due persone sono state ricoverate in codice rosso e una quarta in codice giallo.
Nulla si sa della seconda barca, non è noto se il pilota sia intervenuto a portare soccorsi o se invece abbia proseguito la sua corsa senza prestare assistenza.
Per quanto non sia ancora ufficiale, è facile immaginare che se si conduce un’imbarcazione dalla plancia osservando la dovuta guardia in un tratto di mare molto affollato, ci si renderebbe conto di essere in rotta di collisione molto prima di dover fare una manovra di emergenza, basterebbe deviare la traiettoria della barca di pochi gradi a dritta per porsi su di una rotta sicura.
Se invece, la barca è condotta dal pilota automatico questo non ha alcuna possibilità di capire che la barca si trova in rotta di collisione e il pilota se ne accorgerà solo quando tornerà a interessarsi dell’avanzamento della barca, in questo caso, probabilmente, troppo tardi.
La sensazione è che non solo la barca oggetto dell’incidente fosse stata affidata al pilota automatico, ma anche la seconda barca lo fosse, altrimenti non si spiega perché il pilota di questa non abbia manovrato a sua volta per evitare la collisione.
Per i molti incidenti avvenuti in questi ultimi giorni Ie indagini sono ancora in corso, ma sembrerebbe che la causa determinante sia stato l’uso improprio del pilota automatico.
Siamo solo a inizio agosto.
SVN solovelanet si sta battendo perché le barche siano obbligate ad avere un sistema per cui in caso di uso di pilota automatico se lo skipper non dimostra la sua attenzione in un determinato tempo, proporzionale alla velocità della barca, i motori di questa si spengano in automatico.
Un Magnum 63 pesa quanto due o tre TIR a pieno carico, lanciato a 30 nodi è una bomba che potrebbe fare una vera e propria strage soprattutto in un posto quale la Costa Smeralda dove la densità di barche è molto elevata.
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