Non è un termine che attenga propriamente alla meteorologia, ma groppo o colpo di vento, sono parole diffuse fra i velisti e rendono bene l’idea di cosa accada in quei frangenti: un improvviso aumento, spesso associato ad un cambio di direzione, del vento, che in poco tempo può arrivare a forza di burrasca alzando un mare ripido.
Di solito, soprattutto in estate quando una situazione temporalesca non è associata a un fronte, la durata del groppo è breve, anche pochi minuti. Ma a mettere in difficoltà è proprio l’immediatezza del fenomeno, il fatto che si verifichi improvviso.
Di per sé, navigare con 30 nodi di vento o più, se preparati, è impegnativo, ma non necessariamente pericoloso. La situazione invece si fa critica se ci si fa sorprendere totalmente esposti, con la barca in disordine, tutta la tela a riva, l’equipaggio non preparato.
Questa è la caratteristica che rende aspro il sapore del groppo: il poco tempo a disposizione per capire cosa sta per acca
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Non è un termine che attenga propriamente alla meteorologia, ma groppo o colpo di vento, sono parole diffuse fra i velisti e rendono bene l’idea di cosa accada in quei frangenti: un improvviso aumento, spesso associato ad un cambio di direzione, del vento, che in poco tempo può arrivare a forza di burrasca alzando un mare ripido.
Di solito, soprattutto in estate quando una situazione temporalesca non è associata a un fronte, la durata del groppo è breve, anche pochi minuti. Ma a mettere in difficoltà è proprio l’immediatezza del fenomeno, il fatto che si verifichi improvviso.
Di per sé, navigare con 30 nodi di vento o più, se preparati, è impegnativo, ma non necessariamente pericoloso. La situazione invece si fa critica se ci si fa sorprendere totalmente esposti, con la barca in disordine, tutta la tela a riva, l’equipaggio non preparato.
Questa è la caratteristica che rende aspro il sapore del groppo: il poco tempo a disposizione per capire cosa sta per accadere e prendere le dovute misure.
Il colpo di vento, proprio per la rapidità con cui si manifesta, non è associato, oltre alla previsione del bollettino, ai segnali che una perturbazione porta con se: costante calo della pressione atmosferica, mare lungo e rotazione regolare del vento.
Eppure, i più esperti riescono a prevedere l’arrivo di un groppo, magari solo pochi minuti prima, ma tempo sufficiente per preparare sé stessi e la barca.
Questione di sensibilità e esperienza?
In parte sì, ma in parte anche capacità di leggere correttamente qualche piccolo segnale.
Come riconoscere un groppo
Soprattutto in estate, il groppo ha la buona creanza di mostrare, solo pochi minuti prima del suo ingresso, il biglietto da visita.
Spesso è associato a temporali che si generano sulla costa per l’innalzamento di masse d’aria calde che si raffreddano e rapidamente condensano dando origine a nubi cumuliformi, riconoscibili per il loro sviluppo verticale.
La formazione di un temporale può essere anche molto veloce. Si noterà come il flusso d’aria si diriga verso la formazione del cumulo che si alimenta e si carica, fino al momento in cui la brezza avvertita fino al quel momento cesserà di colpo.
In pochi istanti, la direzione del vento cambierà, provenendo proprio dal cumulonembo che scarica verso il basso forti correnti; l’aria sarà più fredda e, il vento in pochi istanti raggiungerà una forte intensità.
Il tutto in un arco di tempo molto ristretto, ma sufficiente, se non si tergiversa, a ridurre immediatamente le vele. Teniamo presente inoltre, che un’idea della distanza del temporale ce la può dare la differenza di tempo fra il lampo e il tuono.
Sapendo infatti che la velocità del suono è di 330 metri al secondo, se fra la luce del lampo e il tuono trascorrono 10 secondi, sapremo che il temporale si trova a 3.300 metri, ossia a poco meno di due miglia da noi.
Come detto si tratta di fenomeni che hanno una durata breve, dai pochi minuti a qualche ora.
Cosa diversa se i temporali si manifestano associati a un fronte. In questo caso, a differenza di quanto accade in condizioni di tempo buono, il temporale si può scatenare anche al largo, ha una durata maggiore e porta con sé una situazione di instabilità che tende a permanere, con venti molto forti.
Si tratta però di una situazione prevedibile dai bollettini, determinata dall’arrivo di un fronte freddo estivo, che scatena fenomeni molto violenti.
Un segnale di allarme dobbiamo coglierlo anche a seguito del passaggio di un fronte freddo. Si tratta di una situazione prevista e probabilmente siamo rimasti in porto. Ma se dopo il suo passaggio il vento non salta a nord, e sul filo dell’orizzonte vediamo la comparsa di cumulonembi, è probabile che stia arrivando un fronte freddo secondario, spesso molto più violento di quello principale.
Il barometro: uno strumento utile per anticipare il groppo
Un groppo può arrivare anche in una giornata apparentemente molto stabile. I segni premonitori comunque non mancano. Un calo improvviso della temperatura di alcuni gradi, ad esempio, è indicativo di un possibile e repentino aumento dei venti settentrionali.
È un caso abbastanza tipico del colpo di bora in Adriatico. Oppure, dopo un periodo di vento sostenuto, se questo scema decisamente con continui salti, siamo prossimi a un nuovo e improvviso rinforzo.
Anche il passaggio di una piccola, ma molto profonda depressione, può generare un aumento molto veloce del vento. Se si ha l’abitudine di leggere con regolarità il barometro e annotare le variazioni dei valori di pressione, è molto probabile che non ci si faccia prendere da un improvviso colpo di vento.
Se si assiste ad un crollo della pressione atmosferica, con una diminuzione di 3 – 5 hPa in due o tre ore, siamo prossimi ad un rinforzo. In questo caso non si può palare di un groppo improvviso, ma di una depressione che ci porterà venti forti che dureranno più a lungo, ma che saliranno in modo abbastanza veloce.
Nello stesso modo, anche un innalzamento repentino e consistente della pressione, è indicativo di un prossimo rinforzo.
Groppo in arrivo? Ecco come prepararsi al meglio
La pericolosità di un groppo sta nella sorpresa, nel farsi cogliere alla sprovvista. Tutti noi abbiamo sperimentato quanto sia più faticoso ridurre vela quando ormai il rinforzo è arrivato e per pigrizia o sottovalutazione si è atteso troppo a lungo.
Nel caso di un vero colpo di vento, il rinforzo è improvviso e di notevole intensi, e farsi sorprendere può significare esporsi a una situazione potenzialmente pericolosa. Appena letti i primi segnali di avvertimento, non si deve indugiare, è meglio essere eccessivamente prudenti che sottovalutare la situazione.
La prima misura da adottare è la riduzione delle vele. Non è il caso di rimanere a secco. Il nostro è un motore ausiliario al quale si ricorre senza esitazioni nel caso sia necessario, ma mantenere un po’ di vela per manovrare è una questione di sicurezza.
Per maggiore tranquillità, e se non prevediamo di fare una bolina strettissima, possiamo ammainare randa e serrarla bene sul boma, tenendo a prua un po’ di fiocco. Quindi manovriamo per portarci in acque libere.
Teniamo presente che in caso di temporali il groppo ci investirà dalla direzione del cumulonembo; se siamo in acque ristrette – fra le isole ad esempio – liberiamoci della costa sottovento, se siamo in mare aperto, allontaniamoci dalla costa.
Nel frattempo, dopo avere chiuso osteriggi, oblò e prese a mare (dovrebbero essere gia chiuse), riportiamo a bordo il tender se è al traino, e fissiamolo bene in coperta così come tutto ciò che non possiamo riporre al chiuso. L’equipaggio, intanto, si sarà preparato: cerate per chi resta fuori, giubbetti e life-line armate. Il tutto può durare pochi minuti o qualche ora, ma viverlo con serenità dipenderà da noi.
Affrontare un groppo in rada: cosa fare
Finché si naviga, il groppo non da tanti problemi come invece accade se si è in rada. Non si può stabilire una regola generale valida per ogni circostanza; qui entra in gioco l’esperienza dello skipper, la sua capacità di valutare la situazione, determinano le componenti della decisione.
In linea di massima, se è previsto un colpo di vento forte dal mare, la migliore cosa da fare è salpare l’ancora il più velocemente possibile e uscire. Sono innumerevoli i casi di barche andate perdute per l’ostinazione dello skipper a non voler prendere il mare.
Ci sono casi di comandanti che hanno affrontato il colpo di vento dando motore e rimanendo sull’ancora, in alcuni casi, con una buona previsione e il tempo a disposizione, si è preferito appennellare due ancore facendo affidamento sul ridosso.
Ma se il groppo arriva all’improvviso, con i pochi segnali premonitori, soprattutto di notte, prima che il mare ci intrappoli in una stretta baia, molliamo gli ormeggi e usciamo. Nel caso di un’isola sarà sufficiente percorrere poche miglia per essere rimossati sul versante opposto.