A riportare la notizia è Yachting World sul suo sito, il giornale britannico mette anche in evidenza come quello dei relitti abbandonati sia un problema molto importante.
Ormai in oceano ci sono molte barche che vanno da una parte all’altra del mondo e tra le tante capita sempre che qualcuna incappi in qualche incidente che porta l’equipaggio all’abbandono. I soccorritori quando arrivano, salvano le persone, ma nella grande maggioranza dei casi non sono in grado di trainare il relitto e questo viene abbandonato.
Un relitto abbandonato è un pericolo grave per la navigazione, di notte o in caso di nebbia questo non è visibile e può entrare in collisione con un’altra unità e per questo motivo le Marine Militari, almeno quelle dei paesi europei e del nord America, quando avvistano un relitto al largo delle loro coste se lo giudicano irrecuperabile, lo colpiscono sino ad affondarlo.
In effetti la soluzione sarebbe l’autoaffondamento. Lo skipper prima di abbandonare la nave dovrebbe liberare le prese a mare dai tubi e lasciarle aperte in modo che la barca si autoaffondi, ma nessuno lo fa perché tra le varie motivazioni un comportamento di questo tipo rischia di rendere nulla la polizza assicurativa.
Tuttavia le compagnie di assicurazione non escludono che in alcuni casi sia meglio arrivare all’autoaffondamento, anche perché gli eventuali danni derivanti dal relitto sarebbero in capo alla compagnia d’assicurazione, solo che queste per eseguire l’autoaffondamento chiedono qualcosa di molto difficile da fare.
Secondo le compagnie d’assicurazione, così come riportato da Yachting World, lo skipper che chiede aiuto con il suo satellitare, dovrebbe contattare, prima di abbandonare la barca, il suo assicuratore avere da lui il permesso di affondare la barca e quindi procedere.
Per quanto il giornale inglese dia la cosa come possibile e riporta un caso in cui ciò è avvenuto, noi riteniamo che in assenza di una legge internazionale che obblighi l’armatore ad affondare il relitto prima di abbandonarlo, scegliere di farlo in autonomia anche dopo aver sentito il proprio assicuratore, potrebbe avere un costo molto elevato.
La barca sin tanto che lo skipper la controlla è proprietà dell’armatore, nel momento in cui viene dichiarata relitto perché abbandonata, è proprietà dell’assicurazione. Uno skipper che affonda la propria barca lo fa nel momento in cui questa è ancora dell’armatore e riteniamo che sia molto difficile che una compagnia assicurativa riconosca diverse decine di migliaia di euro di danni esclusivamente sulla base di una telefonata satellitare.
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