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martedì 17 settembre 2024
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Navigare nell'Oceano Atlantico: la minaccia degli attacchi delle orche

Il numero di attacchi delle orche alle imbarcazioni nell'Oceano Atlantico è in aumento. I velisti sono costretti a evitare rotte rischiose e cercare alternative.

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Non si fermano gli attacchi alle imbarcazioni da parte delle orche lungo il versante Orientale dell'Oceano Atlantico. L'ultimo, in ordine cronologico, martedì 21 febbraio 2023, ai danni di una barca a vela di 12 metri con sette persone a bordo che navigava a circa un miglio da Cabo Espichel, in Portogallo, poco a sud di Lisbona.

Non ci sono stati feriti ma è stato necessario l’intervento della Guardia Costiera per rimorchiare l’imbarcazione in porto.

La frequenza di questi attacchi è ormai tale da scoraggiare la navigazione in uno specchio di mare amplissimo che va dalla costa del Marocco all'imboccatura del Canale della Manica.

Non più quindi attacchi di orche solo davanti allo Stretto di Gibilterra, come nei primi episodi, ma praticamente lungo tutto il versante orientale dell’Oceano Atlantico.

Molti velisti stanno rinunciando a percorre le rotte che dal nord Europa conducono in Mediterraneo o viceversa per il fondato timore di ritrovarsi con la barca seriamente danneggiata e dirigono la prua altrove.

Altri invece stanno cercando modi alternativi di trasferire la propria imbarcazione: attraverso i canali francesi, un’opzione limitata a un pescaggio massimo di un metro e mezzo, o con un trasporto su nave o su camion, quando consentito dagli ingombri.

Si tratta comunque di opzioni che possono avere costi importanti e che tolgono inoltre il piacere di navigare lungo una costa che offre un’infinità di spunti interessantissimi per il diportista.

Sono state fatte molte ipotesi sulle ragioni di questi frequenti attacchi, dalla difesa del territorio a una sorta di lezioni di pesca fatta dagli esemplari adulti a beneficio di quelli più giovani, ma nessuna spiegazione sembra ancora convincere gli studiosi, che continuano a seguire il fenomeno cercando di identificare gli esemplari responsabili attraverso la livrea esterna, diversa per ciascun individuo.

Sembra che gli attacchi, diverse centinaia in poco più di tre anni, siano opera di tre gruppi di orche, chiamati pod, appartenenti alla sottospecie detta Orca iberica.

Dato che le orche sono in grado di comunicare tra loro, il timore è che questo comportamento si estenda ad altre zone, rendendo la navigazione da diporto difficile e pericolosa in molti mari.

© Riproduzione riservata

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