I Sense erano dei deck house molto innovativi che hanno tracciato la strada anche per altri cantieri. La dismissione della gamma dalle catene di produzioni arriva improvvisa e senza comunicazioni e soprattutto dopo che il cantiere aveva investito sulla gamma sino al 2017.
Abbiamo quindi chiesto ad uno dei due direttori generali del cantiere, l’italiano Gianguido Girotti, il perché di questa decisione. “Abbiamo dismesso i Sense perché, col picco di volumi generati dal 51.1 non avevamo più fisicamente posto per produrre i modelli di questa gamma in cantiere. Un peccato perché il contributo di fatturato proveniente da questa era molto interessante, ma a volte bisogna fare delle scelte decise.”
Ed è proprio all’arrivo di Girotti in cantiere che si può attribuire il cambio di marcia piuttosto deciso che il cantiere francese sta vivendo. In particolare da quando Girotti ha preso il posto che era dell’attuale presidente dell’UCINA Carla Demaria, condividendo la responsabilità della direzione generale con un altro italiano, Luca Brancaleon, si è vista un accelerazione sulla strada dell’ammodernamento delle gamme e di nuove iniziative.
Agli osservatori appare evidente come i due italiani a capo del più grande cantiere europeo abbiamo tutte le intenzioni di rinnovare completamente la politica di prodotto della Beneteau.
Dopo un primo tentativo con l’Oceanis 41.1 arrivato quando Demaria era ancora al comando e che in realtà, per quanto annunciato come una novità rivoluzionaria, era un semplice downshift del modello precedente che mirava a contenere drasticamente i costi di produzione, Girotti ha impresso un nuovo passo con l’uscita della nuova generazione di Oceanis partita lo scorso anno con l’Oceanis 51.1 e seguita quest’anno dall’Oceanis 46.1.
Due barche, questa volta, effettivamente rivoluzionarie che sembrerebbe siano piaciute molto alle società di charter tanto che da quando il 51.1 è entrato in produzione, per quanto il cantiere lavori a tutto regime, non riesce a stare dietro alle consegne. Quest’anno, già al salone di Genova, il responsabile per l’Italia del cantiere, Corrado Baldazzi, in una video intervista con Solovelanet ha dichiarato che le prenotazioni del 51.1 e del 46.1 con consegna prima dell’estate 2019 sono esaurite, le consegne già ad ottobre scorso erano previste a settembre/ottobre 2019.
Gianguido Girotti però non si è fermato alla nuova generazione di Oceanis. Lo step successivo ha portato il cantiere ad acquistare lo stabilimento della Delphia che, oltre a produrre gli omonimi modelli (che Beneteau non ha rilevato) è uno dei più grandi terzisti in Europa con una capacità produttiva di quasi 2.000 unità l’anno. Una soluzione veloce ai grandi problemi di produzione non solo del cantiere Beneteau, ma dell’intero gruppo che sta crescendo molto rapidamente.
Il passo successivo è stato l’acquisto del cantiere sloveno Seascape che aveva stupito un po’ tutti perché i suoi modelli non avrebbero dovuto interessare la Beneteau perché troppo piccoli. Quando poi, poco prima del salone di Cannes, Beneteau ha annunciato il rilancio della gamma First con i quattro modelli Seascape a far da base oltre a un nuovo First 53 che dovrebbe arrivare nel 2019, le cose hanno iniziato a prendere un'altra luce, anche se poco chiara.
Che cosa c’entravano quattro modelli che partivano dal 14 piedi con una gamma che storicamente era di barche medie?
Quando la World Sailing, la federazione internazionale di vela, ha annunciato che avrebbe escluso i Finn dalle prossime olimpiadi per far posto a una barca d’altura a chiglia fissa per una regata su lungo percorso, le cose si sono fatte improvvisamente più chiare, era lì che la Beneteau mirava e nel contesto di una nuova classe olimpica il know how di Seascape aveva un senso.
Sicuramente ci sono altre cose in preparazione, e probabilmente a breve avremo altre sorprese.
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