
L’intento di Dalton e del team è stato quello di mettere a tacere le indiscrezioni che si rincorrono sull’organizzazione della 37ma America’s Cup, e in particolare sul fatto di organizzarla o meno in Nuova Zelanda e sul ruolo del “famoso” milionario Dunphy di cui vi abbiamo raccontato nell'articolo intitolato “Il caso Dunphy".
Dalton ha fissato delle cifre precise: “Da marzo di quest'anno i nostri numeri di un budget complessivo di 200 milioni di dollari suddivisi tra Team (120 milioni di dollari) e costi dell'Evento (80 milioni di dollari) non sono mai cambiati”, sono queste le cifre che servono ai kiwi per organizzare la prossima Coppa cercando di tenere molto competitivo il team e offrendo un evento di alto livello per il pubblico a terra o in tv.
A questo proposito Dalton ha sottolineato come nella proposta di Dunphy mancassero all’appello almeno 50 milioni, specificando però che: "Dunphy, Farmer e Ross (gli altri due nomi protagonisti di questa cordata per organizzare la Coppa in Nuova Zelanda n.d.r.) hanno chiaramente investito una notevole quantità di tempo, denaro ed energia nella loro campagna di pubbliche relazioni e hanno esplorato ogni strada disponibile per disturbare il team, il RNZYS e il processo di selezione della sede con qualsiasi mezzo possibile…E’ per queste ragioni che ETNZ non avrà mai alcun rapporto con il signor Dunphy o i suoi associati anche se dovesse magicamente trovare i 50 milioni di dollari mancanti necessari a coprire i costi completi ed effettivi per ospitare l'evento e difendere con successo l’AC37” chiude lapidaria la nota del Team.
Il discorso di Dalton può essere tradotto anche così: mai con Dunphy perché non ci fidiamo, e non possiamo difendere la Coppa America ad Auckland perché non abbiamo abbastanza soldi per farlo con successo in casa, cosa che invece all’estero, con il grosso contributo di una città a livello organizzativo, possiamo fare. Semplice e lineare dopo tutto, al netto dell’insofferenza che traspare da queste righe.
Ma c’è di più: lo stesso Dalton ha riferito a SailWorld che Prada sarebbe il main sponsor dell’evento. Una notizia veramente inattesa questa, dato che il brand italiano sembrava intenzionato a disimpegnarsi da una sponsorizzazione ufficiale. Tanto che la stessa Prada si sarebbe precipitata a correggere il tiro, specificando che prima di conoscere la sede non verrà presa alcuna decisione e che è stato esercitato solo il diritto alla possibilità di trattare per essere sponsor dell’evento.
Guerra fredda si direbbe, quella che da sempre è “caldissima” in Coppa America.
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