sabato 15 marzo 2025
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Pirateria in aumento

Secondo l'Imb nel 2007 gli atti dei predatori marini sono aumentati in Africa del 10 per cento, così come è cresciuta la percentuale di utilizzo di armi da fuoco

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Roma - Aumento della pirateria moderna durante gli ultimi mesi, o soltanto maggiore attenzione dei media all'argomento? Difficile dare una risposta al quesito; vero è che dal continente africano provengono molto più spesso notizie sui bucanieri contemporanei.
Liberato l'equipaggio del veliero francese “Ponant”, a finire sotto scacco dei predatori marini al largo della Somalia è stata una nave spagnola, la “Playa de Bakio”, con ventisei persone a bordo. I pirati, attraverso una radio locale, hanno chiesto un pagamento del riscatto per il rilascio degli ostaggi, assicurando che nessuno di loro è stato ferito. Il governo spagnolo ha creato un'unità di crisi per la risoluzione del problema, inviando una fregata della marina militare per trovare un accordo.
Pericolo sventato, invece, per una petroliera italiana, salvata nel golfo di Aden da una corvetta della nostra marina militare, dopo essere stata avvicinata da cinque barchini di assalitori. Un gruppo interforze, infatti, chiamato “Joint Force Command” e composto dai principali paesi occidentali, sorveglia in continuazione le coste somale per tutelare la sicurezza della navigazione.
Si è dovuto invece ricorrere alle armi da fuoco per liberare la motonave “Al Khaleech”, anch'essa attaccata davanti alla costa africana. I miliziani del Puntland, una regione autonoma della Somalia, hanno ferito tre dei sette pirati, riuscendo però a salvare l'equipaggio e permettendo l'arresto dei miliziani.
In tutto questo proliferare di notizie, l'Imb (International Marine Bureau) ha tracciato un bilancio sull'argomento, riportando dati non proprio confortanti. Nel 2007, gli atti di pirateria in Africa (soprattutto in Somalia e Nigeria), sono aumentati del 10 per cento rispetto all'anno precedente (263 contro i 239 del 2006). E' cresciuto anche il tasso di violenza esercitata dai bucanieri (nel 35 per cento in più dei casi sono state utilizzate armi da fuoco) e degli ostaggi feriti (64 contro i 17 dell'anno prima). Il fenomeno, invece, si sta riducendo nel sud-est asiatico; in quattro anni, gli attacchi dei pirati sono diminuiti del quaranta per cento.

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