Una strage senza scopo che si ripete ogni anno e alla quale, ora, gli stessi pescatori vogliono cercare di porre un argine con il progetto Tartalife finanziato dalla Commissione europea e creato per salvaguardare questa specie protetta.
Nell’ambito del Tartalife, sarà sperimentato un dispositivo meccanico, il Turtle Exculder Device, una griglia cucita all'interno della rete, prima del sacco terminale, che ha il compito di sbarrare la strada alla tartaruga ma non al pesce. Saranno usati anche apparecchi acustici in grado di emettere suoni che dovrebbero tenere lontane le tartarughe dalle zone di pesca e, infine, si introdurrà l’uso degli ami circolari. Ami particoalri studiati per fare in modo che anche nel caso in cui le tartarughe dovessero rimanere allamate non abbiano la possibilità di ingoiarli, cosa che le ucciderebbe.
Il progetto, coordinato dall'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Ancona, vede la partecipazione del consorzio Unimar che raggruppa le associazioni di categoria Agci Agrital, Federcoopesca e Lega Pesca.
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