La nuova tassa, che non deve essere confusa con quella di stazionamento pagata dall’armatore e che corrisponde a grandi linee alla nostra tassa di possesso, è, in definitiva, un aumento delle tariffe demaniali che, per questioni politiche, una parte del parlamento sta vestendo con la casacca della “tassa”.
La Federazione Francese dei Porti Turistici è insorta contro l’aumento dei costi gravanti sulle concessioni criticando soprattutto come questi non siano stati fatti in base alla lunghezza dei posti barca, ma sul numero di questi.
La Federazione porta ad esempio il porto di Saint Cyprien che ha 2.200 posti barca. La quota demaniale annuale del porto, con questo aumento, passerebbe da 250.000 euro a 420.000 euro l’anno, un aumento vicino al 50%.
Di contro chi difende la norma fa notare che 420.000 euro diviso i 2.200 posti barca del marina comporterebbe una spesa annua per “l’affitto” dell’area sulla quale insiste il marina di 191 euro per posto barca, una spesa inconsistente se paragonata alle diverse migliaia di euro che il marina chiede per un posto barca.
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