A inizio giugno, è stato varato Galma, il primo Wallywind 110, inaugurando così la nuova gamma di Wally che sarà composta da tre modelli: il 110, il 130 e il 150. Queste imbarcazioni rivoluzioneranno il concetto di superyacht nel mondo della vela.
A firmare il Wallywind 110 è lo studio Judel/Vrolijk & Co, per quanto riguarda le linee d’acqua e le appendici, e lo studio italiano Santa Maria Magnolfi che già avevamo visto all’opera su di un Wally 110. Questo studio, composto da due giovani designer, sta avendo sucesso nel variegato mondo dei superyacht.
La barca presenta caratteristiche davvero interessanti. Innanzitutto non è un full-custom, ma un semi-custom. Questo significa che lo scafo sarà identico per tutti gli esemplari, ma ciascuna imbarcazione verrà personalizzata secondo le esigenze del singolo cliente. Questo approccio permette di ridurre notevolmente i tempi di attesa, un vantaggio significativo.
Il Wallywind 110 è un performance cruiser molto veloce, costruito in carbonio pre-preg post-cured a 85°. Anche se non è stato progettato specificamente per le regate, i suoi creatori sono convinti che non sfigurerebbe nei campi di regata riservati ai superyacht. Per questo motivo, sono state realizzate sia versioni full cruiser che varianti più orientate verso la regata.
Il Galma è una versione full cruiser, e il suo pozzetto assolutamente rivoluzionario lo dimostra. Il design del pozzetto è completamente nuovo e innovativo che rivede radicalmente l'uso degli spazi in coperta.
Il pozzetto offre diverse zone su vari livelli, ideali per rilassarsi o condurre la barca. Sono notevoli i due prendisole gemelli rivolti verso poppa, che poggiano su gambe di design nascoste al centro del lettino, dando l'impressione che siano fluttuanti.
Gli interni, sebbene molto belli e caratterizzati da un'eleganza sobria con linee pulite e ricercate, non possono essere definiti rivoluzionari.
Il secondo esemplare di Wallywind 110 è già stato venduto ed è in produzione, mentre il Galma dovrebbe essere esposto al salone di Montecarlo.
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