La richiesta di Bmw Oracle ai togati d’oltreoceano è infatti quella di sfiduciare il defender dalla propria qualità di governatore della Coppa America e affidare questo ruolo a una terza figura che garantisca la disputa di un evento con regole chiare ed equilibrate. Secondo il consorzio statunitense, Alinghi avrebbe abusato del proprio potere in più di un’occasione: offrendo i diritti di svolgimento delle regate attraverso accordi segreti, modificando le regole per avere il massimo dei vantaggi, cercando di squalificare Bmw Oracle in più di un occasione e scegliendo la sede di Ras Al Khaimah senza tener conto delle difficoltà che avrebbe potuto incontrare lo sfidante.
Russell Coutts, direttore sportivo del team americano, ha poi rincarato la dose. “Vincere la Coppa – ha detto – non porta solo onore e gloria, ma anche responsabilità. L’onore può anche scomparire, ma le responsabilità rimangono. La Coppa America deve essere difficile da conquistare, ma non impossibile da perdere”.
Non si è fatta attendere la replica del defender, che per mezzo di un comunicato firmato dal vice commodoro della Societè Nautique de Geneve, Fred Maier, ha dichiarato: “Presentando la loro ottava causa contro il defender in due anni, il Golden Gate Yacht Club ha dimostrato una volta ancora che la sua vera intenzione è quella di vincere il più prestigioso trofeo della vela nelle aule di giustizia, piuttosto che sull’acqua. Si tratta di un’iniziativa legale senza fondamento”.
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