L’Oceano a sud di Capo Buona Speranza, su una rotta molto trafficata dai mercantili, sembra essere pieno di pericoli per le barche del Vendée Globe, rischi che si vanno ad aggiungere a condizioni meteo non certo clementi con venti costanti intorno ai 40 nodi.
A farne le spese sono stati Sebastien Simon di Arkea Paprec e Samantha Davies di Initiatives Coeur. Entrambi, più o meno nella stessa zona, hanno urtato degli Ufo e i danni sembrano essere considerevoli alle due barche.
Per Arkea sembra compromesso il foil di dritta, ma ci sono danni anche al vano di alloggio dell’appendice. In questo caso non sembrano esserci dubbi, alla luce del report fotografico, che si sia trattato di un Ufo. Le strisciate sulla prima parte di foil, e le crepe in quella posteriore non lasciano sospetti, Simon ha proprio avuto un incontro troppo ravvicinato con un oggetto vagante come mostra nel video sopra.
Nel caso della britannica invece non abbiamo al momento delle foto, ma solo un comunicato ufficiale da parte del suo team che parla appunto di collisione con qualcosa di non identificato. Sia Arkea sia Initiative Coeur stanno facendo rotta nord, col vento in poppa, a 6 nodi, per valutare la situazione e capire se possono proseguire la regata o meno.
Alla luce di tutto ciò si comprende ancora una volta di più la strategia prudente di Giancarlo Pedote, sempre in decima posizione, che alterna fasi velocissime nel vento medio come quella di ieri pomeriggio dove sulle 4 ore ha fatto registrare oltre 20 nodi di media come velocità, a fasi in cui rallenta decisamente per avere una velocità della barca che eviti gli impatti fragorosi contro le onde.
Prysmian Group è a 552 miglia dal leader Charlie Dalin. Un leader decisamente “impaurito”, come racconta lui stesso:"Sto scoprendo qualcosa che non ho mai dovuto fare prima. Devo rallentare, frenare la mia barca. Ora sento che per il 50% del tempo cerco di regolare le vele e i foils e la chiglia per andare più veloce, e per il 50% del tempo rallento la barca. Mi ritrovo a cercare il pedale del freno. Lo stato del mare nell'Oceano Indiano, è davvero quello che limita la mia velocità. A volte la barca accelera nel surf e andiamo a 28-30 nodi di velocità e non si sa come andrà a finire. È un modo davvero strano di pensare e non ho mai dovuto farlo prima nella mia carriera di regatante”.
Mentre Dalin fa i conti con le sue paure e la realtà di un mare difficile da gestire, Louis Burton resta in agguato e in posizione d’attacco più a sud, e adesso Bureau Vallée si è portata a sole 200 miglia di distacco da Apivia e nella giornata di oggi gioverà di una rotta più diretta rispetto al leader.
All’ingresso dell’Oceano Indiano il Vendée Globe è quanto mai incerto su quello che potrà accadere nei prossimi giorni.
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