I grossi cetacei caricando la poppa delle barche si sono sempre avventati sul timone, rompendolo in molti casi. Nella maggior parte degli attacchi i danni, al di là di una grande paura, sono stati lievi; poche le circostanze in cui le barche sono state capovolte. Fortunatamente non ci sono mai stati feriti gravi.
Visto che l’attacco da orche sembra essere diventato una componente da mettere in conto per chi intende uscire dalle colonne d’Ercole e inoltrarsi in Atlantico, la fondazione Atlantic Orca Working che studia da molti anni il comportamento di questi cetacei, ha messo a punto un memorandum su cosa fare o non fare in caso di attacco.
La prima cosa è fermare la barca, non urlare agli animali, non gettare oggetti, cercare di non farsi vedere, in pratica bisogna cercare di rendersi il meno interessanti possibili per le orche.
Gli esemplari che portano avanti questi attacchi sono tutti giovani e diversi scienziati ritengono che i loro non siano comportamenti deliberatamente aggressivi, ma piuttosto un gioco. Quindi ecco perchè le orche attaccano le barche a vela, per gioco, e nel momento in cui il gioco, ovvero la barca, non è più interessante, smettono.
L’ Atlantic Orca Working ha anche pubblicato delle mappe dove ha segnato gli incidenti, con la data di quando questi sono avvenuti. Le mappe potranno risultare particolarmente utili a chi si accinge a pianificare una navigazione in quelle zone.
Per supportare il lavoro di ricerca e per poter identificare gli animali, gli scienziati di Atlantic Orca Working chiedono agli equipaggi interessati di fotografare o filmare le orche e, se possibile, di prendere appunti comprendenti data, ora e posizione dell’attacco e di inviare le informazioni via e-mail a gt.orcas.ibericas@gmail.com.
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