Ieri il lavoro dei soccorritori è stato reso molto complicato dalle difficili condizioni meteorologiche. A causa della scarsa visibilità, per i sommozzatori è stato impossibile immergersi in acqua nella speranza di trovare il corpo dello skipper, che si pensa possa essere incastrato nelle scogliere a sud di Giulianova oppure tra quelle dell’imboccatura del porto abruzzese. Gli elicotteri dei vigili del fuoco si sono invece alzati in aria soltanto nel pomeriggio, quando il meteo è stato più clemente, per continuare le attività di perlustrazione.
Secondo quanto comunicato dalla capitaneria di porto di Giulianova, finora sono state trovate soltanto due cerate gialle, di cui una probabilmente appartenente a Maurizio Fagone. Intanto, si comincia a far luce sulla dinamica dell’incidente che ha coinvolto l’unità da pesca Diana Madre. Il capitano Luca Marchegiani ha raccontato di aver ridotto i giri del motore poco prima di entrare in porto perchè aveva davanti una imbarcazione che procedeva molto lentamente. La riduzione di velocità avrebbe però fatto sbilanciare il peschereccio, che avrebbe cominciato a imbarcare acqua prima di finire contro gli scogli.
In quel momento, i tre marinai si erano già tuffati in mare senza giubbotto salvagente. Uno di loro è riuscito a raggiungere la riva autonomamente, un altro è stato salvato da alcuni marinai che gli avevano lanciato una cima. Stessa fortunata sorte non è toccata, però, a Maurizio Fagone, che sarebbe stato risucchiato dalle onde.
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