Lo studio ha suscitato molte perplessità tra gli operatori, visto che è evidente che il settore nautico abbia subito cali ben più forti di quanto riportato dal CNA e Istituto Eures.
Quando molti dei maggiori player di un settore merceologico sono stati costretti a chiudere o sono stati acquistati da stranieri, sostenere che il settore ha sostanzialmente tenuto, sembra, quanto meno, strano.
Il rapporto continua informando che il 73% delle aziende del campione preso in analisi ha diversificato la propria attività, ovvero, hanno smesso di costruire barche o loro componenti per orientarsi su altri settori.
Tra questi il 12,3% si è spostato su arredi e lavorazione del legno, il 17,5% su impiantistica elettrica e idraulica e sistemi di ventilazione, il 13,3% in lavorazione di altri materiali.
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