A negoziare al meglio il passaggio nelle calme equatoriali è stato Alex Thomson, che con la sua Hugo Boss ha optato per una rotta diretta a sud piuttosto che un approccio più da ovest come fatto invece dai suoi inseguitori. Hugo Boss ha infilato il corridoio giusto nel difficile contesto della zona di convergenza intertropicale. Si tratta di una fascia del globo dove gli Alisei, quello di nordest e quello di sudest, si scontrano annullandosi a vicenda e dando vita a fasi di totale assenza di vento alternate a groppi e pioggia. Thomson è stato il più veloce a venirne fuori e adesso si trova in un'ottima posizione di controllo sulla flotta, ormai prossimo al passaggio dell'equatore che dovrebbe superare a tempo di record.
Alle sue spalle è bagarre, con Armel Le Cleac'h attardato di 65 miglia che non riesce a staccarsi di dosso l'asfissiante pressione di Vincent Riou con PRB: i due hanno addirittura navigato a vista per alcune fasi e “Vincent Le Terrible” sembra non avere la minima intenzione di mollare le posizioni che contano nonostante il suo IMOCA di penultima generazione sulla carta dovrebbe subire un certo gap in termini di performance.
Il gruppo di testa è chiuso da Sebastien Josse con 87 miglia di ritardo e dall'ottimo Paul Meilhat a 88. Sembrano momentaneamente avere perso la scia dei primi Jérémie Beyou scivolato a 121 miglia e Morgan Lagraviére a 140, entrambi vittime di un passaggio dalle calme poco felice con prolungate soste in zone di completa assenza di vento.
Nel frattempo Tanguy de Lamotte ha raggiunto Mindelo, arcipelago di Capo Verde, dove ha trovato un ancoraggio. Ricordiamo che per i concorrenti del Vendée è vietato scendere a terra o ricevere qualsiasi aiuto esterno pena la squalifica dalla regata. Lamotte ha quindi assicurato il suo IMOCA 60 a una boa in una baia riparata dell'isola e in queste ore sta valutando la situazione dell'albero di Initiative Coeur. Il profilo di carbonio si è rotto alcune decine di centimetri sotto la testa, per Lamotte ci sarebbe quindi la possibilità di rientrare in regata ma le soluzioni sono problematiche.
Il pezzo mancante contiene infatti i fori d'uscita delle drizze: un particolare non da poco, dato che Lamotte dovrà cercare di realizzare dei nuovi fori nella parte sana dell'albero per potere issare nuovamente il suo piano velico. Un'operazione molto delicata, data la grande fragilità del carbonio una volta danneggiato. Se il bravo skipper francese riuscirà nell'impresa potrà riprendere il suo cammino, ma comunque da adesso fino alla fine non potrà più issare la randa piena ma sarà costretto a navigare sempre terzarolato.
© Riproduzione riservata