Per la prima volta in oltre venti anni di storia dell’Italia in Coppa America abbiamo potuto credere che ci fosse una possibilità di vedere la Coppa in una bacheca a Palermo.
Il team italiano di Luna Rossa c’era tutto, un gruppo di ragazzi fortissimi e estremamente decisi che hanno combattuto con le unghie e con i denti sino all’ultimo minuto. C’è chi dice che i kiwi hanno vinto perché erano più giovani, ma se fosse così come si spiega l’impressionante numero di partenze vinte dai nostri, non è forse in quel momento che si vede l’esperienza del timoniere. La capacità di Luna Rossa di tenere a bada i kiwi quando erano dietro.
Più giusta, invece, mi sembra l’idea che Luna Rossa non fosse veloce come la barca portata da Peter Burling. Gli era vicino, ma non riusciva a fare tanto quanto, per questo i nostri sono ancora più bravi. Lo abbiamo visto tutti, fin tanto che Luna Rossa era in testa, i nostri riuscivano con manovre perfette a tenere sotto controllo l’avversario e a neutralizzare la sua marcia in più, quando poi, questo riusciva a passare, non ce n'era per nessuno, lì si vedeva la superiorità del mezzo. Le tre regate che abbiamo vinte, non le abbiamo vinte perché eravamo più veloci, ma perché in quel momento eravamo più bravi.
Per questo io credo che oggi sia il giorno del grazie. Grazie Luna Rossa per averci fatto sognare per averci tenuti svegli con il cuore che palpitava. Grazie per aver riacceso il nostro orgoglio di essere italiani, secondi a nessuno.
Grazie a Max Sirena per la sua professionalità e abilità nel far suonare in modo stupendo quella grande orchestra che è il team Luna Rossa all’unisono, grazie a Jim Spithill, che non è italiano ma che degli italiani sta assorbendo lo spirito e il sorriso, grazie a Pietro Sibello che ha saputo sempre cosa fare, ma soprattutto grazie a Checco con il suo Viva l’Italia, viva Palermo, che ha unito in una sola frase un paese intero. Grazie a tutti gli altri ragazzi di Luna Rossa da chi era a bordo a chi aspettava negli hangar, grazie a voi senza i quali tutto questo non ci sarebbe stato.
Infine grazie a Patrizio Bertelli, l’uomo che questo sogno ha voluto realizzare, che ha creato la macchina, l'ha curata, alimentata, l’ha coccolata e sgridata come fosse il più caro dei figli. Grazie Patrizio per aver fatto quello che hai fatto e per volerlo fare ancora.
Appuntamento alla 37° Coppa America. Preparate la teca nel Circolo della vela di Sicilia, la vecchia brocca sta per arrivare.
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